C'era una volta a Roma, Trilussa
È il 1950, ultimo anno di vita del grande poeta romanesco.
Trilussa scrive e racconta sua vita all’amico editore Arnoldo Mondadori.
La sua infanzia, il grande amore per la madre Carlotta, il suo lottare per affermarsi come poeta, il suo vivere criticamente appartato durante il fascismo.
Ma soprattutto la sua passione per Roma e per il popolino, la frequentazione di molti amici, tra i quali Giggi Zanazzo ,Pascarella e Petrolini. I molti viaggi, tra i quali quelli in Egitto e in America latina, ambasciatore della cultura italiana.
E anche la sua raffinatezza nel vestire che ne fanno un gagà gaudente. Soprattutto il suo amore per le donne: Trilussa grande amatore e dongiovanni, in alcuni casi pigmalione di fanciulle inesperte. Non si sposerà mai, resterà scapolone impenitente.
Il suo amore per gli animali è travasato in indimenticabili poesie. Il suo cinismo e amarezza di fronte alla società e alla vita costituiscono il materiale che imbeve la sua ‘commedia umana in versi’.
Nell’ultimo anno, cercando di vincere pessimismo e malinconia, assistito amorevolmente dalla domestica Rosa Tomei, più che con gli uomini si ritrova a parlare, dialogare e filosofeggiare con un corvo, un coccodrillo , una cagnetta e il gatto Pompeo, alcuni degli animali imbalsamati che compongono la sua bizzarra collezione.
Editore: Mondadori
Anno edizione: 2004
ISBN-10: 8804531614
Copertina rigida: 253 pagine